San Bartolomeo possiede vigneti quasi novantenni! Quando li lavoro, magari in ginocchio vicino ad una vite per potarla, penso che prima di me lo hanno fatto nello stesso modo mio bisnonno, mio nonno, mio padre. Immagino mio padre bambino che acquisiva dal suo quest'arte, che a sua volta con amore ha trasmesso a me. Penso che queste piccole piante sono state lavorate con i buoi, hanno vissuto ai tempi dei cavalli e delle carrozze, hanno superato due guerre mondiali, hanno visto i miei genitori giovani che se ne occupavano con amore. Penso che queste vecchie viti con i loro frutti mi hanno permesso di crescere, penso ai cambiamenti del mondo che hanno visto, dalle diligenze all'era del petrolio, agli aerei, ai telefonini e a internet! Tutto all'esterno è cambiato! Ma loro sono sempre qua sulla stessa terra, con le stesse radici e sono custodite con lo stesso amore da me "che penso ancora e le amo in dialetto!" Sono fiero di questi vigneti perché fin dall'infanzia ho vissuto in loro con la mia famiglia, con mio padre e mia madre. Quando sono in questa vigna mi sembra che mio padre sia ancora con me fiero di quello che faccio e di come lo faccio, lo vedo ora nel filare di sopra ora in quello di sotto che lavora accanto a mia madre, ora lo vedo curvo su una vite, ora lo vedo con la vanga che pianta un palo. E' come se questi vigneti fossero un vecchio album nel quale sono racchiusi tutti i miei sentimenti, è come se mantenessi in vita il mio vecchio, perché lo ricordo e lo vedo ancora nei luoghi dove abbiamo trascorso il maggior tempo della nostra vita, nel nostro habitat : le nostre vigne.
Anche se avessi tutte le ricchezze del mondo continuerei a fare la stessa vita dura di adesso, non cambierei nulla, perchè lontano dalle mie vigne sarei lontano da me stesso!
Me lo dimostra quotidianamente mia madre che ancora tutt'oggi dedica alla vigna la stessa energia e lo stesso amore di quando era giovane.
Anche se avevo compiuto solo sei anni da sette giorni, non dimenticherò mai, al mio risveglio
dell'8 giugno 1972, le silenziose lacrime che colavano lungo il triste volto di mia madre, non dimenticherò mai mio padre seduto immobile con la scura abbronzatura trasformata in giallo-grigio e con la pelle del setto nasale ancora più chiara. Sembrava un morto! Mia madre piangendo mi disse: "Ratein l'è gragnuò" cioè "Topolino è grandinato" . Affacciandomi alla finestra, vidi in cortile 30 centimetri di grandine grossa come noci, vidi gli alberi senza foglie, addirittura in alcuni punti senza corteccia; a questo punto compresi e voltando lentamente lo sguardo al Monte Bricco vidi le nostre vigne fino alla sera verdi e folte, completamente distrutte! Erano rimasti solo i tronchetti in certi punti decorticati delle viti, i pali e fili, anche se avevo solo sei anni dedussi immediatamente che per quell'anno non ci sarebbe stato raccolto e che per l'anno successivo, anche ipotizzando un'ottima ripresa vegetativa, sarebbe stato solo la metà.
Da allora, all'avvicinarsi di ogni temporale estivo, mi riaffiorano quei ricordi e cosciente di ciò che potrebbe ripetersi, vivo le stesse angosce.
Produttore significa anche aver calli alle mani, geloni alle dita e pelle screpolata dal sole, significa avere in inverno il volto scuro e la parte alta della fronte chiara; essere produttori significa dare poca importanza alle parole ma credere nei fatti. Per essere un "vero" produttore bisogna, come per gioco, lavorare in vigna già dall'infanzia come adulti, senza che nessuno lo imponga, ma solo perché lo si ritiene utile e piace. Direi che bisogna essere "bambini con i capelli brizzolati e occorre conservare lo stesso cuore anche da uomini".
Vorrei che ognuno mentre beve i miei vini avvertisse tutte queste emozioni, questi concetti, queste radici e vorrei che con un "deja vu" all'improvviso conoscesse questo mondo e in particolar modo la mia onestà.
Una delle mie soddisfazioni più grandi è saper ricavare dalla terra un prodotto, che magari lontano migliaia di chilometri dove si parlano altre lingue, ha l'onore di alimentare e riscaldare l'armonia di due innamorati che guardandosi negli occhi lo sorseggiano a lume di candela.
Questa è la vera tradizione! Questa è la vera passione! Viticultori si nasce!
Fulvio Bergaglio ...........#